Della società benefit sappiamo che è un modo di fare impresa sostenibile, trasparente e responsabile e che, sotto la guida e il controllo di un responsabile di impatto, opera per ottenere un profitto mentre apporta un beneficio alla comunità. Mentre, della startup innovativa sappiamo che è un’azienda che sviluppa prodotti o servizi ad alto contenuto tecnologico e che può crescere e diventare una PMI innovativa, grazie al supporto di un innovation manager e agli investimenti di venture capital, business angel e investitori privati.
Quello che non sappiamo, però, è se le due forme – innovativa e benefit – sono compatibili tra loro.
Dunque, può una startup innovativa essere anche società benefit? Ecco la risposta.
Startup innovativa società benefit: ibrido di impatto e innovazione
Partiamo subito col dire che una startup innovativa può anche essere società benefit, dunque può perseguire un obiettivo di innovazione e al contempo di beneficio comune, a patto che si rispettino i requisiti imposti dalle leggi di costituzione dell’azienda e di acquisizione della qualifica di benefit.
Quando una startup innovativa può diventare società benefit
Può acquisire la qualifica di società benefit chi vuole aprire una startup innovativa (o tradizionale) o chi ha un’azienda che persegue uno scopo di lucro ed è già costituita come:
- Ss (Società semplice)
- SNC (Società in Nome Collettivo)
- SApA (Società in Accomandita per Azioni)
- SAS (Società in Accomandita Semplice)
- SpA (Società per Azioni)
- Srl (Società a Responsabilità Limitata)
- Srls (Società a Responsabilità Limitata Semplificata)
Anche le società a scopo mutualistico (ovvero le società cooperative) possono diventare startup innovative benefit.
Cosa comporta essere una società benefit startup innovativa?
Essere una startup innovativa società benefit significa perseguire i propri obiettivi di business apportando anche un beneficio alla comunità, proprio come avviene nelle aziende benefit tradizionali.
Tuttavia, è importante evidenziare che, al momento, in Italia non esiste una disciplina dedicata alle startup innovative benefit che si ponga come direttiva unica, quindi le aziende che vogliono affiancare allo scopo di lucro le qualifiche di startup innovativa e società benefit, devono fare riferimento alla disciplina di ognuna, rispettare gli adempimenti richiesti da ognuna e iscriversi nel registro delle startup innovative.
A ciò da aggiungere che ogni startup innovativa (e, più in generale, ogni azienda) ha l’opportunità (ma non l’obbligo) di affiancare alla propria ragione sociale la specifica di “società benefit”, anche in forma di sigla (SB).
Startup innovative società benefit: vantaggi fiscali
Dal 2016, un passo alla volta, le società benefit si fanno spazio nella legislazione, senza però ottenere dei veri e propri vantaggi fiscali che siano da stimolo per lo sviluppo e la diffusione di una coscienza sociale d’impresa.
Saltuariamente, il MiSE concede l’opportunità di usufruire di un credito d’imposta del 50% per sostenere alcune tipologie di spese, ma al momento possiamo dire che l’unico vantaggio possibile da attribuire alle società benefit è l’attrattiva che creano nei confronti di consumatori e stakeholder, sempre più attenti alle tematiche ambientali e sociali.
L’associazione Next Eu, presidenziata dal Dott. Marco Sponziello, in collaborazione con Università del Salento e altri enti di spicco, è riuscita a portare in consiglio regionale la proposta di istituire un Albo Società Benefit Puglia, il primo in Italia, approvato il 28 luglio 2022, di cui si stanno discutendo incentivi e premialità dedicate.
Al contrario delle società benefit, le startup innovative sono ben supportate da bandi, incentivi e agevolazioni fiscali, compatibili con la qualifica di società benefit e accessibili nel rispetto dei requisiti richiesti dalla legge. In particolare, è riconosciuta:
- alle persone fisiche, una detrazione IRPEF del 19%;
- alle persone giuridiche, una deduzione IRES del 20%.
Uno spazio a parte va dedicato alle startup innovative a vocazione sociale (SIAVS), ovvero quelle imprese che producono beni o servizi ad alto contenuto tecnologico nei settori: sanitario; sociale; socio-sanitario; educazione, istruzione e formazioni; tutela dell’ambiente e dell’ecosistema; valorizzazione del patrimonio culturale; turismo sociale; formazione universitaria e post-universitaria; ricerca ed erogazione di servizi culturali; formazione extra-scolastica; servizi strumentali alle imprese sociali.
A loro – le SIAVS – sono dedicati vantaggi fiscali di entità superiore. Più in particolare:
- alle persone fisiche, è riconosciuta una detrazione IRPEF del 25%;
- alle persone giuridiche, è riconosciuta una deduzione IRES del 27%.
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