Vorresti metterti in proprio ma non riesci a capire quale sia la differenza tra libero professionista, lavoratore autonomo e ditta individuale? E vorresti anche sapere se per esercitare la professione dovrai aprire Partita Iva oppure no? Continua a leggere: questa Guida aggiornata al 2023 contiene le risposte a tutte le tue domande.
Chi è il libero professionista: significato del termine
“Libero professionista” è un termine utilizzato per indicare una persona che svolge una professione di tipo intellettuale in modo autonomo, continuativo, senza vincoli di subordinazione, con o senza iscrizione a un Ordine o Albo.
Chi rientra nella categoria di libero professionista?
Ciò significa che rientrano nella categoria “libero professionista” tutti i lavoratori indipendenti che svolgono un mestiere di carattere intellettuale dietro pagamento di un corrispettivo, con Partita Iva e con o senza iscrizione a un Ordine o Albo.
Per esempio:
- rientra nella categoria di “libero professionista” con iscrizione a un Ordine o Albo chi svolge la professione di avvocato, giornalista, medico, commercialista, notaio, ingegnere, ecc.
- rientra nella categoria di “libero professionista” senza iscrizione a un Ordine o Albo chi lavora come social media manager, fotografo, web writer, SEO specialist, web designer, ecc.
Per approfondire: Aprire Partita Iva come libero professionista: come funziona, costi e tasse.
Che differenza c’è tra libero professionista e lavoratore autonomo?
Freelance, libero professionista e lavoratore autonomo vengono spesso utilizzati come sinonimi. In realtà, l’unico sinonimo di libero professionista – che coincide con la definizione – è il termine freelance; quella del lavoratore autonomo è più che altro la categoria a cui appartiene il libero professionista.
In estrema sintesi, la differenza tra libero professionista e lavoratore autonomo (freelance) è che:
- il libero professionista svolge un’attività di tipo intellettuale, in modo individuale e continuativo, senza subordinazione di alcun tipo;
- il lavoratore autonomo svolge un’attività di tipo intellettuale, in modo individuale, continuativo od occasionale, senza subordinazione di alcun tipo.
Libero professionista e Partita Iva: serve aprirla?
Come dicevamo, il libero professionista svolge una professione individuale di tipo continuativo, perciò, per esercitare, è necessario che sia in possesso di Partita Iva e versi i contributi previdenziali alla Gestione Separata INPS oppure alla Cassa di riferimento.
Libero professionista senza Partita Iva: si può esercitare lo stesso?
Tuttavia, vi è una possibilità per le persone fisiche di esercitare un’attività professionale senza Partita Iva: ricorrere alla prestazione occasionale oppure al lavoro autonomo occasionale.
È bene specificare, però, che si tratta di due forme contrattuali che prevedono delle limitazioni e hanno carattere episodico, dunque rientrano nella categoria di lavoratore autonomo ma non in quella di libero professionista (che richiede l’apertura della Partita Iva).
Per semplificare:
- con la prestazione occasionale è possibile attivare collaborazioni per compensi non superiori a 5.000 euro totali nei confronti di più committenti (6.666 euro per studenti under 25, disoccupati e percettori di sostegno al reddito); è possibile attivare collaborazioni per compensi non superiori a 2.500 euro totali nei confronti dello stesso committente;
- con il lavoro autonomo occasionale è possibile attivare collaborazioni senza limiti di compenso tramite ritenuta d’acconto, ma superati i 5.000 euro lordi bisognerà versare i contributi previdenziali per il fatturato eccedente i 5.000 euro;
- con il lavoro autonomo continuativo si configura quella che è definita attività di libero professionista, per cui non sono previsti limiti di compensi e collaborazioni ed è obbligatoria l’apertura della Partita Iva, così come il pagamento dei contributi.
Libero professionista e ditta individuale: differenza tra i due termini
Anche tra libero professionista e ditta individuale intercorre una differenza:
- il libero professionista, per la natura della sua professione, non ha l’obbligo di iscriversi alla Camera di Commercio e presta il suo servizio senza avere personale dipendente;
- la ditta individuale ha un unico titolare e si distingue per la sua natura di attività commerciale o artigianale. Richiede l’iscrizione alla Camera di Commercio e prevede la possibilità di assumere personale dipendente.
Libero professionista o ditta individuale? Quale scegliere?
Per decidere se aprire Partita Iva come libero professionista o ditta individuale è necessario:
- comprendere quale sia la natura della professione e sottostare agli obblighi legislativi;
- valutare se sia meglio risparmiare sui costi di costituzione oppure investire per evitare che il rischio d’impresa si riversi sul patrimonio personale.
Per approfondire: Ditta individuale o libero professionista? Differenze, costi e quale scegliere.
In sintesi: quando si è libero professionista?
Quindi, in definitiva, possiamo dire che si è libero professionista quando:
- si svolge una professione intellettuale in modo continuativo, con Partita Iva e iscrizione alla Cassa di Previdenza Sociale o alla Gestione Separata INPS;
- non vi è vincolo di subordinazione con uno o più committenti;
- si presta l’opera o il servizio in completa autonomia, nel limite delle clausole contrattuali;
- si stabilisce il proprio compenso in modo autonomo.
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