Chi ha la Partita Iva può lavorare come dipendente? Se può, quanto deve pagare per aprirla? E come funziona con i contributi INPS, il regime forfettario e la flat tax? Ecco la guida 2023 con le risposte alle domande più frequenti sul rapporto tra lavoro dipendente e Partita Iva.
Lavoro dipendente e Partita Iva: si può fare nel 2023?
Partiamo da qui: nel 2023, si può svolgere lavoro dipendente e al contempo avere Partita Iva?
La risposta è Sì, lavoro dipendente e Partita Iva sono compatibili se:
- il lavoratore dipendente è assunto presso un’azienda privata: in questo caso non vi saranno limitazioni di sorta, né l’obbligo di comunicazione al datore di lavoro se non si operi in sua concorrenza (causa di licenziamento e risarcimento danni) e se il contratto di lavoro subordinato non preveda espresso divieto;
- il lavoratore dipendente è assunto presso un ente pubblico: in questo caso sarà possibile aprire Partita Iva solo se l’assunzione sia di massimo 18 ore settimanali (il 50% del tempo pieno stabilito dalla legge), oppure se l’assunzione sia full-time occasionale o temporanea, con l’obbligo di esercitare l’attività di autonomo fuori dall’orario di lavoro, farsi autorizzare dall’amministrazione e non esercitare in contrasto con l’interesse della pubblica amministrazione. Questo perché i dipendenti pubblici, ad esclusione di alcune categorie (come i docenti, che possono aprire Partita Iva ed esercitare la libera professione in attinenza alla materia insegnata), nella maggior parte dei casi, sono vincolati all’obbligo di esclusività.
Lavoro dipendente e Partita Iva in regime forfettario 2023: come funziona?
Per chi vuole affiancare al lavoro dipendente la Partita Iva in regime forfettario 2023 è obbligatorio:
- avere una RAL non superiore a 30.000 euro nell’anno che precede quello in cui si è intenzionati ad aprire Partita Iva;
- avere un fatturato massimo di 85.000 euro all’anno (in accordo con la legge di bilancio 2023);
- non avere partecipazioni in società di persone, capitali e studi professionali.
Lavoro dipendente, Partita Iva e contributi INPS: come funziona?
Chi vuole (anche) diventare libero professionista, deve versare i contributi previdenziali, all’INPS secondo un’aliquota fissa o degli scaglioni variabili in base al reddito dichiarato, oppure alla Cassa dell’Ordine o Albo di appartenenza.
Nel caso di lavoro dipendente e Partita Iva iscritta alla gestione separata INPS, i contributi da versare risponderanno a un’aliquota fissa del 24%.
Artigiani e commercianti pagano anche una quota fissa definita dalla legge e slegata dal fatturato, da cui si è esonerati se il reddito prevalente risulta essere quello da dipendente e se, al contempo, si abbia un contratto di lavoro a tempo pieno e indeterminato (in rari casi è accettato anche il contratto part-time a tempo indeterminato).
Come funzionano lavoro dipendente, Partita Iva e flat tax
La terna lavoro dipendente, Partita Iva e flat tax rappresenta un vantaggio di non poco conto per chi decidere di svolgere attività di autonomo, perché, in fase di dichiarazione, i due redditi rimangono separati (diversamente da quanto avverrebbe in regime semplificato). Dunque:
- per la Partita Iva in regime forfettario si verseranno tasse secondo un’aliquota fissa del 5% per i primi 5 anni di attività e secondo un’aliquota fissa del 15% per i successivi anni di attività (nel rispetto dei requisiti definiti dalla legge);
- per il lavoro dipendente sarà il datore di lavoro a pagare l’IRPEF.
Per approfondire: Flat tax Partite Iva: come funziona e a chi conviene.
Quanto costa aprire una Partita Iva da dipendente?
Aprire Partita Iva da dipendente costa quanto aprire Partita Iva da libero professionista nella più tipica delle situazioni in cui si sceglie di abbandonare l’attività di lavoro autonomo occasionale.
Nello specifico:
- non vi saranno spese da sostenere per chi vorrà compilare e inviare la Dichiarazione di Inizio Attività in autonomia, tramite il Sito di Agenzia delle Entrate;
- vi saranno spese di gestione da sostenere per chi vorrà incaricare un professionista per l’invio della pratica (tuttavia, a volte, il commercialista abbuona il pagamento del proprio compenso al lavoratore autonomo che gli affida la gestione della contabilità).