rendicontazione di sostenibilità in Italia

La sostenibilità diventa legge in Italia – cosa cambia per le aziende

Il 30 agosto 2024 segna una data storica per le aziende italiane e il loro impegno verso la sostenibilità. In questa data, il Consiglio dei Ministri ha recepito la Direttiva #CSRD (Corporate Sustainability Reporting Directive) con il Decreto Legislativo 125/24, ora in attesa di pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale. Con questa mossa, la rendicontazione di sostenibilità diventa ufficialmente legge in Italia, segnando un cambiamento significativo per tutte le imprese, soprattutto quelle quotate, che dovranno conformarsi a nuove regole e standard di trasparenza.

Cosa prevede la direttiva CSRD?

La direttiva (UE) 2022/2464, conosciuta anche come CSRD, introduce una serie di modifiche normative volte a rafforzare la trasparenza e la responsabilità delle aziende in materia di sostenibilità. Questo recepimento comporta diverse modifiche significative che ogni impresa deve conoscere per prepararsi adeguatamente alle nuove richieste legislative.

Modifiche alle soglie per le PMI quotate

Una delle novità principali riguarda le PMI quotate. A differenza della versione iniziale del decreto, l’intervallo per il numero medio dei dipendenti è stato fissato tra 11 e 250 dipendenti. Questa modifica amplia l’ambito di applicazione degli obblighi di rendicontazione, includendo un numero maggiore di piccole e medie imprese che ora saranno soggette a queste normative. Le PMI dovranno quindi prepararsi per conformarsi a nuovi standard di sostenibilità, una sfida che richiede un adattamento rapido e strategico.

Sanzioni ridotte per l’attività di revisione

Il decreto introduce anche un nuovo regime sanzionatorio per le attività di revisione, che appare più flessibile rispetto alle precedenti disposizioni. Le sanzioni amministrative pecuniarie per le società di revisione sono ora limitate a un massimo di 125.000 euro, mentre per i revisori della sostenibilità il tetto massimo è fissato a 50.000 euro. Questo regime sarà applicato per i due anni successivi all’entrata in vigore del decreto, fornendo un periodo di adattamento per le aziende e i revisori.

Un altro aspetto importante introdotto dal decreto è la parità di trattamento in materia sanzionatoria tra società, componenti degli organi di amministrazione e controllo, e revisori. Questo significa che ci sarà una maggiore attenzione alla conformità delle procedure e delle informazioni comunicate, con sanzioni equamente distribuite tra tutti gli attori coinvolti. Questa misura è stata pensata per garantire una maggiore equità e trasparenza nel processo di revisione e rendicontazione.

Applicazione graduale delle disposizioni

Le disposizioni della Direttiva CSRD saranno applicate in modo graduale nel periodo dal 2024 al 2028. Le grandi imprese dovranno iniziare a conformarsi a partire dall’esercizio che inizia il 1° gennaio 2025, mentre le PMI quotate e altri soggetti avranno scadenze successive. Questo approccio graduale permette alle imprese di diverse dimensioni di adattarsi progressivamente ai nuovi requisiti, minimizzando così l’impatto immediato sui loro processi operativi.

Dal 1° gennaio 2024 alle imprese quotate in borsa, che superano almeno due dei seguenti limiti:

– totale attivo dello stato
– patrimoniale superiore a 25 milioni di euro
– ricavi netti superiori a 50 milioni di euro
– oltre 500 dipendenti.

Dal 1° gennaio 2025 alle imprese, anche non quotate, che superano almeno due dei seguenti limiti:

– totale attivo dello stato patrimoniale superiore a 25 milioni di euro
– ricavi netti superiori a 50 milioni di euro
– oltre 250 dipendenti.

Dal 1° gennaio 2026, alle PMI quotate che comprendono:

– quelle con fatturato superiore a 900mila euro
– attivo superiore a 450 mila euro
– oltre 50 dipendenti.

Dal 1° gennaio 2028, riguarderà anche le imprese di Paesi terzi (extra UE) che generano ricavi nel territorio dell’Unione superiori a 150 milioni di euro.

Implicazioni per le aziende

L’introduzione di queste nuove normative rappresenta un passo significativo verso una maggiore trasparenza e responsabilità nella rendicontazione societaria di sostenibilità in Italia. Le aziende dovranno ora investire in processi di revisione più rigorosi e in sistemi di rendicontazione che rispettino le nuove direttive. Sarà fondamentale per le imprese lavorare a stretto contatto con consulenti legali e revisori esperti per garantire una conformità completa e puntuale.

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