In un’epoca come l’attuale di cambiamenti sostanziali nel mondo del lavoro, possiamo affermare che le imprese non competono più esclusivamente sul mercato dei prodotti, ma anche su quello delle risorse umane allo scopo di attrarre i lavoratori più competenti, necessari al proprio processo di creazione del valore.
Dobbiamo considerare le risorse umane come un sistema di individui dotati di autonoma progettualità, capacità di innovazione e capacità di autosviluppo, che un’azienda deve sapere attrarre e gestire al meglio.
In questo senso, le risorse umane, accanto allo stato patrimoniale e al conto economico, hanno un ruolo non solo strumentale ma costitutivo nella definizione del vantaggio competitivo di un’impresa. Su quest’ultimo, infatti, incide profondamente il processo con cui viene acquisito, trasformato e sviluppato il sistema di risorse, competenze e capacità organizzative.
Una gestione economica razionale delle risorse umane diviene perciò fondamentale.
Si rende necessario che venga superata la concezione di esse come fatto meramente amministrativo-contabile o, peggio, come semplici costi di esercizio, a favore dell’implementazione di un processo di controllo di gestione, basato su criteri di efficienza ed efficacia nell’impiego del personale, con un orientamento strategico rivolto all’ottimizzazione del rapporto costi-benefici.
Gestire bene il personale, pensando ad esso in termini di investimento ammortizzabile anche oltre il periodo di sostenimento del costo, è, quindi, una condizione necessaria per il successo di un’azienda, per realizzare la combinazione più economicamente conveniente delle persone che prestano lavoro in funzione degli obiettivi da raggiungere.
Dott. Antonio Romano HR (Human Resources)