Cosa impedisce a un’intuizione potenzialmente rivoluzionaria di nascere, crescere e svilupparsi sul territorio nazionale e internazionale? Certamente la poca liquidità e un profilo finanziario di scarso interesse per banche e creditori, che necessitano di garanzie ben lontane da quel tanto di cui l’aspirante imprenditore o imprenditrice dispone.
Dunque, come avviare o far crescere un’idea di business se le risorse economiche a disposizione sono insufficienti? Con il venture capital.
Cos’è il venture capital
Tradotto in italiano come “capitale di rischio”, il venture capital è uno strumento economico attraverso il quale investitori privati immettono il proprio capitale nella fase di avviamento (start-up) o di espansione del business (scale-up) di un’azienda terza.
Oggetto di interesse del venture capital sono le start-up innovative e le PMI innovative che vorrebbero immettere sul mercato un prodotto ad alto contenuto tecnologico, oppure le start-up innovative e le PMI innovative con capitale limitato che vorrebbero espandere il proprio business all’estero.
Differenza tra Venture Capitalist e Business Angel
Sebbene si tratti di due figure imprescindibili nell’ambito della finanza alternativa, vi sono alcune caratteristiche fondamentali che distinguono il Venture Capitalist dal Business Angel:
- Il Business Angel è un investitore privato (imprenditore, ex imprenditore o soggetto agiato) che interviene nella gestione dell’azienda sia con le proprie risorse economiche sia con le proprie competenze professionali, offrendo quindi anche un supporto manageriale e di networking.
- Il Venture Capitalist è la figura che gestisce il fondo di Venture Capital per conto di investitori terzi.
Come funziona un fondo di venture capital
Ma come funziona un fondo di venture capital? La spiegazione passa per il ruolo del Venture Capitalist:
- Prima fase: per formare il fondo di venture capital, il Venture Capitalist si occupa di raccogliere le risorse economiche da investitori terzi come società di gestione del risparmio, soggetti privati, operatori pubblici e istituzionali, fondi locali e nazionali.
- Seconda fase: raggiunta la somma riportata nel business plan del venture capital, il Venture Capitalist si occupa di stanziare i fondi alla realtà più promettente identificata nel settore di suo interesse. Se lo ritiene opportuno, può anche fornire alla start-up innovativa un supporto manageriale; diversamente, si fermerà ad attendere che questa cresca naturalmente.
- Terza fase: il Venture Capitalist si occupa dell’uscita del venture capital dall’investimento (all’incirca dopo 8-10 anni). L’operazione si chiama tecnicamente “disinvestimento” e consiste nella cessione delle quote a un socio di natura industriale, a un altro operatore di venture capital oppure ad uno dei soci originari. Il canale di disinvestimento è in genere concordato e definito fin dalla negoziazione.
È importante evidenziare che per poter operare in Italia, un fondo di Venture Capital deve essere istituito come SGR (Società di Gestione del Risparmio).
Differenza tra venture capital e private equity
Venture capital e private equity hanno simile funzionamento, ma intervengono in fasi di vita differenti di una società:
- Il venture capital scommette sul successo di start-up e PMI innovative, ovvero acquista una parte delle loro quote e investe nella fase di avviamento e di crescita aziendale.
- Il private equity investe in aziende non necessariamente in fase di avvio o innovative, acquista una parte delle loro quote con lo stesso obiettivo dei fondi di venture capital.
I fondi di venture capital in Italia
Secondo l’EY Venture Capital Barometer 2021 (uno studio sull’andamento degli investimenti di venture capital realizzato da EY), gli investimenti di venture capital in Italia hanno continuato a crescere, soprattutto nei settori fintech, energy, foodtech, proptech e health & lifescience.
E proprio di recente, il Dottor Sponziello e la Dottoressa Todorova dello Studio Sponziello, in collaborazione con i professionisti Dottor Molettieri dello Studio Ferrante e associati di Napoli, gli Avvocati Ferraro e Rubino Russo di Napoli, e l’Avvocato Luceri di Milano, hanno aiutato Tiledesk srl – start up innovativa salentina che si occupa di live chat e intelligenza artificiale – a ottenere il primo finanziamento di circa 600.000 euro dalla venture capital Techshop Primo.
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